venerdì 9 giugno 2017

Comune di Castrocaro Terme e Terra del Sole “Elezioni amministrative 2017”

Comune di Castrocaro Terme e Terra del Sole
“Elezioni amministrative 2017”

La realtà comunale di Castrocaro Terme e Terra del Sole è peculiare in quanto, da inzio anno, l’amministrazione pubblica non dispone più della maggioranza azionaria della società termale locale, l’azienda più rappresentativa da un punto di vista economico, sociale e culturale del proprio territorio.
Un elemento questo di rilevante valore politico in quanto atto conclusivo di un decennale percorso di gestione delle risorse e del patrimonio termale dimostratosi nel tempo ben poco efficiente.
Senza dover ripercorre l’iter storico è sufficiente evidenziare che gran parte dei beni dell’azienda termale di Castrocaro sono stati dismessi al fine di recuperare risorse economiche (oltre al ricorso di cospicui finanziamenti pubblici) per diversi piani industriali e di rilancio dello specifico settore turistico dimostratisi insufficenti nel perseguimento degli scopi e delle aspettative.
Così come il progressivo calo di presenze e arrivi turistici è la conseguenza evidente di questa inefficiente gestione che ha generato, oltre al depauperamento di beni pubblici collettivi anche la riduzione dell’indotto economico con perdita di posti di lavoro e di inziative imprenditoriali.
La mancata capacità gestionale di tutela e valorizzazione dei beni termali, pubblici e collettivi, è decisamente imputabile alla scarsa lungimiranza politica delle amministrazioni locali che sino succedete fino ad oggi.
Ora, senza più neanche il controllo pubblico (sempre attuato con poca efficacia) sul futuro della nuova gestione dell’azienda termale, la comunità locale rischia di dover subire ancor più passivamente scelte e decisioni che verranno assunte a favore dell’interesse privato senza poter confidare in potenziali benefici collettivi.
E’ quindi chiaro che, alla luce di questa situazione, la nuova amministrazione locale dovrà necessariamente affrontare il tema del termalismo, del turismo e il relativo indotto in una logica di nuova prospettiva politica e socio-economica.
Sulla base del principio di gestione pubblica dell’interesse collettivo e di tutela dei beni comuni, diventa imperativo per la nuova amministrazione comunale l’adozione di un processo di coinvolgimento reale sia della gente comune sia dei portatori di interesse al fine di gestire il percorso di rinnovamento sociale, culturale ed economico dell’intera comunità locale.
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Quale miglior occasione questa per adottare pratiche e strumenti partecipativi-deliberativi così da poter gestire sia le problematiche dei conflitti sia l’individuazione di soluzioni e azioni pubbliche condivise da mettere in campo nell’interesse generale dell’intera comunità locale.


• vedi anche "Sondaggio elettorale elezioni comunali 2017 - Aspettative e attese dalla nuova amministrazione comunale di Castrocaro Terme e Terra del Sole"
• vedi anche "manifesto politico
• vedi anche "democrazia deliberativa
• vedi anche "strumenti deliberativi"
• vedi anche "bilancio partecipativo"

giovedì 13 aprile 2017

La Prossima Democrazia: dialogo - deliberazione - decisione di Rodolfo Lewanski

La Prossima Democrazia:

dialogo - deliberazione - decisione di Rodolfo Lewanski

La democrazia è un privilegio raro nella storia dell’umanità: spetta alle nuove generazioni averne cura, coltivarla e migliorarla
Questo libro vuole essere uno strumento a disposizione di coloro che vogliono «agire» una partecipazione influente e «di qualità»: cittadini «semplici» e «attivisti», politici, amministratori e funzionari pubblici, membri di associazioni e partiti, imprenditori, anche «non addetti ai lavori».
Per questo motivo, si e’ scelto di renderlo liberamente scaricabile previa una registrazione (da effettuarsi con un indirizzo email valido), semplicemente cliccando su questo link.

• recensione al volume

mercoledì 12 aprile 2017

Regione Emilia-Romagna: Bando partecipazione 2017

Regione Emilia-Romagna: Bando partecipazione 2017

La Giunta regionale ha approvato con Delibera n. 377 del 27 marzo 2017 il “Bando 2017 per l'erogazione dei contributi regionali a sostegno dei processi partecipativi (l.r. 3/2010). criteri e modalità”, che mette a disposizione 320 mila euro di contributi regionali per la realizzazione di percorsi partecipativi in Emilia-Romagna.
Così come nelle edizioni precedenti è confermato il meccanismo dei punteggi premianti per la formazione della graduatoria.
La domanda di partecipazione dovrà obbligatoriamente essere presentata mediante la compilazione del modello allegato al bando stesso (Allegato A) e inoltrata utilizzando esclusivamente la Posta elettronica certificata (PEC) all’indirizzo:
bandopartecipazione@postacert.regione.emilia-romagna.it
riportando nell’oggetto la seguente dicitura: “L.R. 3/2010 Domanda contributi 2017. Allegati n. ____”.
Il Bando rimarrà aperto sino alle ore 14.00 del 29 maggio 2017
Per info: tecnicodigaranzia@regione.emilia-romagna.it
La Delibera della Giunta regionale n. 377 del 27 marzo 2017
Il Bando 2017
Lo schema per la redazione del progetto


Informare e comunicare: strumenti e mezzi per la partecipazione e la deliberazione

Informare e comunicare: strumenti e mezzi per la partecipazione e la deliberazione

La legge n.150/2000 disciplina le "attività di informazione e comunicazione delle pubbliche amministrazioni" (art.1, 1°c.), ma non distingue fra queste due attività, non individua cioé esplicitamente le differenze fra "informare" e "comunicare". [...]

Al suo interno, varie disposizioni fanno riferimento alle attività di informazione e comunicazione delle pubbliche amministrazioni indicandone i fini (art.1, 4° e 5° c.), i soggetti (artt.8 e 9), le forme ed i mezzi (art.2, 1° e 2° c.), ma non il contenuto, forse ritenendo inutile o inopportuno definire queste attività in un testo legislativo. 

"In-formare" significa letteralmente "dare forma", "plasmare, modellare secondo una determinata forma, struttura" [...]. "Informazione" è la notizia, il dato che fornisce elementi di conoscenza, cioè che informa su qualcosa.
"Comunicare" [...] vuol dire letteralmente "che svolge il suo compito insieme con altri"; in Italiano il termine "comune" significa quindi ciò "che è proprio di almeno due persone o cose". Da qui una serie numerosissima di termini, fra cui appunto "comunicare", che indicano la condivisione, il mettere insieme, il rendere partecipi più soggetti [...]


La comunicazione è dunque per definizione soggettiva, nel duplice senso che il suo contenuto dipende dal punto di vista dei soggetti che comunicano e che essa è essenzialmente un rapporto fra soggetti; l'informazione aspira invece ad essere oggettiva (come nel caso degli orari dei mezzi di trasporto), a dare cioé al mondo una forma che possa essere accettata da tutti, indipendentemente dal punto di vista, dalle esperienze, etc. dei soggetti che vengono informati.  

Sia all'informare sia al comunicare può seguire un'azione da parte del soggetto destinatario dell'informazione o della comunicazione; ma nell'informare questa azione non è lo scopo principale dell'attività del soggetto che informa, mentre lo è nel caso della comunicazione.

Le informazioni mirano a facilitare il rapporto con il mondo così come esso appare alla luce delle informazioni medesime; il loro scopo è quello di agevolare il soggetto che le riceve, rendendo intelligibile la complessità che lo circonda. Il soggetto che informa deve farlo in modo tale che coloro che ricevono le informazioni possano utilizzarle per orientarsi nella realtà che li circonda, fornendo quindi informazioni aggiornate, comprensibili, complete, etc., tali cioè da facilitare al massimo le attività successive dei soggetti che le ricevono. Ma lo scopo di chi informa non è quello di influire su tali attività; certo, indirettamente le informazioni modificano i comportamenti dei soggetti che le ricevono (se il treno parte ad una certa ora bisogna andare in stazione un pò prima di quell'ora, più tardi è inutile) ma i comportamenti che i destinatari delle informazioni concretamente adotteranno esulano dagli scopi e dal raggio d'azione di chi informa.

Il contrario accade nel comunicare, perché chi comunica con un altro soggetto fornisce delle informazioni il cui scopo non è quello di dare forma al mondo, bensì di dare ad esso un significato, in modo che il destinatario della comunicazione si comporti diversamente da come avrebbe fatto prima della comunicazione.


La differenza principale del comunicare rispetto all'informare consiste dunque nello scopo: si comunica per dare un significato alla realtà, si informa per dare ad essa una struttura, una forma. Naturalmente, per quanto s'è detto sopra circa il continuum in cui consiste il rapporto fra informare e comunicare, il passaggio dall'informare al comunicare e viceversa, dalla forma al significato e di nuovo alla forma è sempre possibile in qualsiasi momento, poiché entrambe le attività utilizzano la stessa materia prima, le informazioni; basta modificare lo scopo per cui esse vengono fatte circolare e si passa dalla mera informazione alla comunicazione e viceversa. [...] 

Comunicare comporta sempre una responsabilità; e poiché, come s'è detto, nella comunicazione tutti i soggetti coinvolti sono attivi e partecipi, tutti sono anche responsabili, sia pure in maniera diversa. [...]
 

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• tratto da "Urp degli Urp - comunicazione pubblica in rete - Informare e comunicare di Gregorio Arena"

Le monete alternative nel modello dell’amministrazione condivisa

Le monete alternative nel modello dell’amministrazione condivisa

- 31 gennaio 2017
Le istanze di partecipazione civica, di inclusione sociale e di sviluppo sostenibile, espresse dai cittadini che si attivano per il benessere della comunità, sono al centro, costituendone la linfa vitale, della “rivoluzione carsica” che caratterizza la nascita, sempre più frequente e diffusa, dei cosiddetti circuiti monetari alternativi. Si tratta di sistemi fondati su strumenti di pagamento complementari — che si aggiungono, integrandola, alla valuta ufficiale — concepiti per l’acquisto di beni e servizi all’interno di ambiti geografici generalmente circoscritti. In queste esperienze (nel mondo se ne contano più di cinquemila esempi), spesso limitate quanto a dimensione territoriale di riferimento, la moneta è concepita come un fatto sociale di cui il cittadino si riappropria, in un’ottica di reciprocità, per il perseguimento e la cura del bene comune, ovvero dell’interesse generale, che supera il mero “vantaggio” ottenuto dallo scambio di mercato. La novità e la differenza di cui si compone il concetto di “alternativa” dalle stesse proposto, pertanto, non sta solo nella distinzione rispetto alla moneta emessa dalla Banca centrale, avente corso legale — e dunque efficacia liberatoria, secondo l’articolo 1277 del codice civile — ma anche e soprattutto nelle finalità e nei principi che con tali strumenti si intendono affermare.

Monete locali complementari ed Economia sociale e solidale 

Le monete locali complementari esprimono, infatti, i valori della cooperazione e della partecipazione, in una dimensione in cui ciascuno è portatore di potenzialità e di competenze, venendo concepite come progetti che implicano necessariamente una decisione ed una gestione condivisa. Esse sono, in tal senso, a pieno titolo ascrivibili al paradigma dell’Economia sociale e solidale, affermatosi, in particolare in Francia, come modo di fare impresa e di generare sviluppo economico attraverso la grammatica, appunto, delle relazioni sociali e dei doveri di solidarietà. Non casualmente, proprio in questo Paese, tra i più dinamici in Europa in materia di sistemi monetari alternativi, le stesse sono state riconosciute espressamente dalla recente legge quadro relativa all’économie sociale et solidaire.
[leggi tutto su Labsus]

Regolamento beni comuni: il nuovo prototipo di Labsus

Regolamento beni comuni: il nuovo prototipo di Labsus


- 10 aprile 2017
Da quando il comune di Bologna ha approvato il Regolamento per la collaborazione tra amministrazione e cittadini per la gestione condivisa dei beni comuni urbani sono passati tre anni in cui Labsus, che ha partecipato alla sua stesura, si è impegnato per la sua diffusione e conoscenza, dando così la possibilità concreta ad altri comuni di adottarlo e di adattalo alle loro realtà. E’ stato un passaggio fondamentale che ha consentito a centinaia di comuni di avere un punto di riferimento per le proprie elaborazioni.
Ora, però, Labsus avverte l’esigenza di proporre un nuovo testo, un nuovo prototipo a cui i comuni possono far riferimento. Il ricorso a questo nuovo regolamento-tipo si deve a diverse ragioni. [leggi tutto su Labus]

• Prototipo di regolamento gestione beni comuni - Labsus (pdf)

Amministrazione condivisa dei beni comuni - Labsus

Convincerti che ti conviene prenderti cura dei luoghi in cui vivi, perché dalla qualità dei beni comuni materiali e immateriali dipende la qualità della tua vita.
Il tempo della delega è finito.
L’Italia ha bisogno di cittadini attivi, responsabili e solidali.

domenica 9 aprile 2017

LINEE GUIDA SULLA CONSULTAZIONE PUBBLICA IN ITALIA

LINEE GUIDA SULLA CONSULTAZIONE PUBBLICA IN ITALIA
Presidenza del Consiglio dei Ministri - Ministero per sempolificazione e la pubblica amministrazione - 9 marzo 2017 

Le Linee guida sulla consultazione pubblica in Italia forniscono i principi generali affinché i processi di consultazione pubblica siano in grado di condurre a decisioni informate e di qualità e siano il più possibile inclusivi, trasparenti ed efficaci.Il documento è stato prodotto attraverso un percorso partecipato che ha coinvolto l’Open Government Forum e le Linee guida sono state sottoposte a consultazione pubblica dal 5 dicembre 2016 al 12 febbraio 2017.
Queste Linee guida costituiscono il punto iniziale di un processo in cui sviluppare e migliorare i principi e i criteri per la consultazione pubblica sulla base delle esperienze che saranno realizzate dalle amministrazioni e dalla società civile. Pertanto queste Linee guida potranno essere sviluppate nel prossimo biennio sulla base:•    dell’ulteriore raccolta di buone pratiche di consultazione;
•    della nuova versione dei principi OCSE per l’open government, che sarà pubblicata entro il 2017;
•    dell’esperienza maturata con la realizzazione delle consultazioni che saranno condotte nel rispetto delle presenti linee guida.
QUADRO DI SINTESI DELLE ESPERIENZE DI CONSULTAZIONE PUBBLICA SEGNALATE [scarica pdf]
LINEE GUIDA SULLA CONSULTAZIONE PUBBLICA IN ITALIA [scarica pdf]

Il carattere sociale e pubblico dei processi partecipativi

Il carattere sociale e pubblico dei processi partecipativi

di Adolfo Braga. UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI TERAMO. Facoltà Scienze Politiche

Sul tema della partecipazione due sono le visioni, tra loro contrastanti, che si alternano: da  un lato la partecipazione degli individui vista come qualcosa di salvifico, come utopia e  dunque un sogno a cui si aspira, di fatto difficilmente raggiungibile e dall’altro come  qualcosa di dannoso, una situazione oppressiva e angosciante dalla quale rifuggire … [leggi tutto scarica pdf]

"Linee guida per la progettazione di un percorso partecipativo"

"Linee guida per la progettazione di un percorso partecipativo" a cura del dott. Alessandro Mengozzi - Direzione generale Assemblea legislativa - Ufficio di supporto al Tecnico di garanzia in materia di partecipazione - Versione aggiornata agosto 2015
Queste linee guida sono uno strumento che il Tecnico di garanzia per la partecipazione mette a disposizione di coloro che si accingono a curare processi partecipativi. Le linee guida sono redatte tenendo conto delle più diffuse esperienze di partecipazione, degli orientamenti e raccomandazioni che provengono dalla letteratura specializzata e da esperienze sul campo che risultano particolarmente significative.  
[leggi tutto e scarica pdf]

Declinare il verbo ‘partecipare’ di Rodolfo Lewanski

Declinare il verbo ‘partecipare’ di Rodolfo Lewanski (scarica pdf), Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali - Università di Bologna - seminario del Servizio Pianificazione Urbanistica, paesaggio e uso sostenibile del territorio Regione Emilia-Romagna Bologna, 5 settembre 2016 - in
E-R | Territorio | Paesaggio
> Formazione: laboratori pratico-applicativi > Contributo di Rodolfo Lewanski.pdf — PDF document, 863Kb

sabato 8 aprile 2017

Carta della Partecipazione di Sinistra Italiana

La “Carta della Partecipazione di Sinistra Italiana ha lo scopo di realizzare un terreno trasparente e condiviso di principi, obbiettivi e regole per stabilire un corretto rapporto tra iscritti e gruppi dirigenti del Partito, come presupposto per costruire quella relazione tra cittadini e istituzioni che i partiti sono chiamati a garantire in base all’art. 49 della Costituzione della Repubblica Italiana, che stabilisce che «tutti i cittadini hanno il diritto di associarsi liberamente in partiti, per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale».
A questo scopo, la Carta della partecipazione stabilisce i principi e le azioni che Sinistra Italiana persegue al fine di promuovere forme di democrazia partecipativa e deliberativa tra le/gli iscritte/i, le/gli elette/i e tutti i soggetti sociali interessati ad essere protagonisti, perché Sinistra Italiana sia attiva ed efficace in tutte le dimensioni della sua azione politica, sociale ed istituzionale.
Attraverso l’applicazione di questa Carta Sinistra Italiana si impegna a diventare un ambiente politico in cui venga concretamente garantita sia la partecipazione “di base”, sia il diritto alla partecipazione “deliberativa”: [continua a leggere scarica il pdf]

• tratto da Sinistra Italiana, "Statuto e Carta della partecipazione" - Approvato dal Congresso fondativo di Sinistra Italiana, Rimini 17 – 19 febbraio 2017